Associazione Giovanni Lorenzin
Borse di studio

Borse di studio

BORSE DI STUDIO

Nel 1993 , nell’anniversario della tragica scomparsa di Giovanni, l’Associazione istituiva un innovativo Premio di Laurea.
Con la forte motivazione di voler continuare la scelta di vita di Giovanni a favore dei più deboli, si è voluto con il Premio cercare di favorire quei giovani neolaureati che manifestassero il desiderio e le capacità di affrontare un periodo di lavoro presso un progetto di cooperazione in Africa .
Il carattere innovativo del Premio risiedeva proprio nell’ ‘anomalia’ di fornire un contributo economico che permettesse al giovane neolaureato di toccare con mano i problemi e le difficoltà della cooperazione allo sviluppo.
Il carattere di unicità del Premio ha fatto sì che questo sia divenuto un appuntamento atteso annualmente da un numero sempre crescente di potenziali candidati.

Da allora ogni anno nel mese di Novembre a Portogruaro sono stati proclamati i vincitori in cerimonia pubblica. Molti di essi, grazie all’esperienza acquisita durante il periodo di lavoro effettuato grazie al contributo del premio, hanno poi proseguito la loro carriera lavorativa nell’ambito della cooperazione.

A partire dall’anno 2003, volendo festeggiare i 10 anni di attività , l’Associazione ha deciso di modificare il Premio di Laurea. In linea con i grandi cambiamenti apportati all’ordinamento didattico delle Università Italiane,  al Premio di laurea è stato affiancato un Premio di studio, destinato a studenti che desiderino svolgere il periodo di tirocinio o di studio per la Tesi di Laurea presso un progetto di cooperazione in Africa. L’obiettivo principale rimane lo stesso: incoraggiare dei giovani a intraprendere la strada dell’aiuto ai più deboli .

‘Si può parlare quindi di una nuova professionalità: portare gli ultimi al primo posto, e di nuovi professionisti che la sviluppino e la pratichino.  Ciò potrebbe essere considerato come una fantasia da Alice nella paese delle meraviglie, o come un irraggiungibile ideale. Ma la dura esperienza sul campo dimostra che ciò è possibile, e che esiste spazio di manovra. Nuovi professionisti già esistono. Essi sono coloro la cui scelta di dove lavorare e dove far fluire risorse riflette la volontà di muovere verso la periferia e verso i più poveri; sono coloro la cui analisi ed azione supera i confini delle discipline per trovare nuove opportunità per i più poveri; sono quelli che analizzano le scelte politiche e le conseguenti azioni chiedendosi chi ne guadagna e chi ne perde. Essi sono quelli che riconoscono i piccoli contadini, gli artigiani e i lavoratori come amici professionisti e da loro sono pronti ad apprendere. Sono quelli che abbandonano i confini delle discipline e che collegano le due culture della ricerca accademica e della pratica, prendendone il meglio da ciascuna – la capacità critica dall’una e la visione reale delle cose dall’altra. Essi sono coloro i cui valori e le cui azioni portano gli ultimi al primo posto.
E` facile scrivere su come dovrebbe essere. La vera questione è come, nel vero, complesso, corrotto mondo, come incoraggiare e aiutare sempre più persone a muoversi in questa direzione; come moltiplicare il numero degli impegnati – politici, volontari, ricercatori, insegnanti, formatori – che riconoscono la necessità di porre gli ultimi al primo posto, e come rafforzare il loro coraggio e la loro voglia di agire.’

(Robert Chambers, Lo sviluppo rurale: Mettere gli ultimi al primo posto, 1996 )